La leggendaria Finale Mondiale ’82 Italia Germania – Campioni del Mondo

Mondiale di Spagna 1982 – Italia 3 Volte Campione del Mondo

Sandro Girella/LaPresse 11-07-1982 Madrid, Spagna Calcio Campionati mondiali di calcio 1982 Italia-Germania Nella foto: il capitano Dino Zoff alza la coppa al cielo.

A 40 anni dalla storica notte di Spagna (11 Luglio 1982- 11 Luglio 2022), rivediamo quella serata magica. Quando si parla di Italia-Germani (finale mondiali 82) è ben impressa nella memoria il travolgente 3- 1 inflitto ai Tedeschi e come “francobolli” scorrono nella memoria immagini epiche di quel momento. L’urlo di Tardelli, Zoff (il capitano) che alza la coppa, Il gol e l’esultanza di “Pablito” Paolo Rossi con tutta la squadra al seguito, L’esultanza di Pertini e la storica partita a scopone sull’aereo di ritorno ancora con Pertini protagonista, insieme ai due veterani Zoff e Causio e, ovviamente, Enzo Bearzot, con la Coppa del Mondo in bella vista. Una classica impresa italiana, insomma, nella quale si parte da perdenti e se ne esce vincitori. In molti attribuiscono anche alla stanchezza della Germania Ovest (per comodità semplicemente Germania da qui in avanti) la semplicità del successo azzurro, con i tedeschi che arrivavano dalla durissima semifinale con la Francia. In realtà, il dominio tattico della formazione di Bearzot è totale. È quello di una squadra matura, che ha riscoperto in parte i principi di gioco che ne avevano segnato la fantastica cavalcata del 1978, quando l’Italia aveva giocato come mai prima (e forse, come mai avrebbe più fatto in futuro), pur dovendosi accontentare del quarto posto. Italia Mundial fu un cocktail nel quale erano miscelati il genio dell’allenatore, l’impronta concreta e solida come una roccia del capitano Dino Zoff, l’audacia e l’umiltà dei giocatori. Sia quella dei più navigati sia quella dei meno esperti, come Giuseppe Bergomi, che allora aveva appena 18 anni ma per l’aspetto fisico sembrava il più anziano della squadra. E Poi Paolo Rossi. Ma anche Bruno Conti, l’ex muratore e Marco Tardelli, ex cameriere, un fascio di nervi. Prima di quel mondiale, nessuno tra l’opinione pubblica scommetteva (una lira) sul trionfo degli azzurri, anzi le critiche erano ferratissime.

Uno degli aspetti più sottovalutati di quella finale è che l’Italia ci arriva dovendo fare i conti con l’assenza di una delle sue stelle più splendenti. Giancarlo Antognoni aveva temuto non solo di saltare il Mondiale, ma addirittura di morire, il 22 novembre del 1981. Era partito alle spalle della difesa del Genoa su un lancio dalle retrovie e aveva spostato il pallone con la testa, prima di vedersi venire addosso il portiere dei rossoblù, Silvano Martina, con il ginocchio altissimo, a colpirlo in pieno volto. Per cinque interminabili minuti Antognoni era rimasto a terra, privo di sensi, cianotico. Claudio Onofri, difensore del Genoa, era stato il primo a capire l’entità del problema: stava uscendo dall’area quando si era fermato a vedere il 10 viola sdraiato a terra, per poi scappare via con le mani nei capelli. A tenere in vita il campione della Fiorentina ci avevano pensato i soccorsi immediati in campo e un’operazione neurochirurgica eseguita dal professor Mennonna, per ridurre le due fratture e togliere il liquido che andava a premere sul cervello.

22 novembre 1981: allo stadio di Firenze si sfiora la tragedia. Il cuore di Antognoni, dopo uno scontro con il portiere del Genoa Martina, si ferma per trenta secondi. Soltanto il massaggio cardiaco e poi la respirazione a bocca a bocca eviteranno il dramma.


Questa fu la formazione (che in molti la recitano a memoria quasi fosse una poesia) dell’Italia campione del mondo 1982 che scese in campo in quella notte magica:

1 ZOFF Dino (capitano)
3 BERGOMI Giuseppe
4 CABRINI Antonio
5 COLLOVATI Fulvio
6 GENTILE Claudio
7 SCIREA Gaetano
13 ORIALI Gabriele
14 TARDELLI Marco
16 CONTI Bruno
19 GRAZIANI Francesco  (uscito al 7°)
20 ROSSI Paolo

Allenatore: Enzo Bearzot

Riserve in panchina

12 BORDON Ivano ;10 DOSSENA Giuseppe ; 11 MARINI Giampiero ; 15 CAUSIO Franco (dal 89°) ; 8 ALTOBELLI Alessandro (dal 7°, uscito al 89°)

Nella rosa dei 22 (ma senza la possibilità di entrare in campo in quella partita a causa del regolamento in vigore)

2 BARESI Franco 8 VIERCHOWOD Pietro
9 ANTOGNONI Giancarlo 17 MASSARO Daniele
21 SELVAGGI Franco
22 GALLI Giovanni

L’urlo di Tardelli dopo il gol (impresso nella memoria collettiva)

Visto da un’altra angolazione con alle spalle un’altra leggenda – Gaetano Scirea

L’esultanza di Paolo Rossi dopo il primo gol

Il titolo (Celebrativo) della Gazzetta dello Sport

L’esultanza del Presidente Sandro Pertini

Pertini con Bruno Conti che bacia la Coppa sull’aereo di ritorno in Italia
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini con Zoff, Causio e Bearzot sul DC9 militare che li sta riportando da Madrid a Roma. Sul tavolo la coppa del Mundial, 12 luglio 1982.

Italia-Germania 1982 Curiosità

La diretta tv

Italia-Germania fu vista da 36,7 milioni di spettatori, anche se queste sono stime di massima, dal momento che l’Auditel avrebbe introdotto le vere e proprie rilevazioni sarebbero state introdotte solo nel dicembre 1986. Curiosamente la partita non fu trasmessa dal “primo canale”, che allora si chiamava Rete1, dove andò in onda un episodio del telefilm “Sulle strade della California”. La finale fu invece trasmessa su Rai2 senza essere preceduta da alcun approfondimento o speciale né pre né post, anche se interviste e commenti andarono in onda sul primo canale nella successiva puntata della Domenica Sportiva.


La ripetizione

Se Italia-Germania fosse finita pari al 90′, le squadre sarebbero andate ai supplementari. Ma se anche al 120′ il punteggio fosse stato pari, non ci sarebbero stati i rigori come nella semifinale di tre giorni prima Germania-Francia, bensì la partita sarebbe stata ripetuta 48 ore dopo, al martedì sera; solo allora, nel caso di ripetuta parità dopo i 120 minuti, si sarebbe andati ai rigori. Un regolamento discutibile considerava infatti i rigori come “extrema ratio” con cui sarebbe stato poco sportivo decidere l’assegnazione di una Coppa del Mondo: ad ogni modo, l’usanza sarebbe stata abolita già nel Mondiale successivo di Messico 1986. Non solo: sarebbe cambiato anche l’arbitro, come rivelò in un’intervista alla Stampa del 2018 l’israeliano Abraham Klein (lo stesso di Italia-Brasile), designato come assistente di Coelho per Italia-Germania. “Nell’intervallo dissi a Coelho: per favore, fai di tutto perché finisca in pareggio perché anch’io voglio arbitrare la finale”, rievocò Klein, “ma non andò così e lui si tenne il pallone dopo la partita”. Sono due le finali Mondiali decise ai rigori, entrambe disputate dall’Italia: persa nel 1994 contro il Brasile, vinta nel 2006 contro la Francia.


I Rolling Stones

È noto che Mick Jagger, quel giorno in concerto a Torino con i Rolling Stones, si esibì nella parte finale con la maglietta azzurra numero 20 di Paolo Rossi e si spinse a pronosticare il risultato esatto della finale: “Vincerete 3-1”, disse al pubblico del Comunale, in un concerto anticipato al pomeriggio per non accavallarsi con la partita. La sera dopo, in una seconda data italiana sempre a Torino, gli Stones furono salutati da un loro fan d’eccezione: nientemeno che Claudio Gentile, che regalò a Jagger la maglia numero 6 con cui il leggendario frontman si esibì in “Satisfaction”. L’incontro fu immortalato in diretta in una puntata di “Speciale Mixer” condotta da Gianni Minà, con Marco Tardelli, ospite in studio e altro grande fan degli Stones, a “rosicare” simpaticamente verso il compagno di squadra.


Un altro aspetto che rimarrà nella memoria, è la telecronaca con la voce di Nando Martellini che al fischio finale, scandisce il Triplice: “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo”… quasi a voler sottolineare il terzo titolo conquistato dagli azzurri.

La gara: di fronte c’è una delle nemesi storiche e quella che è una vera e propria macchina da record nelle fasi finali di un Mondiale, ma quando incontra l’Italia sembra incepparsi. E così accade la notte dell’11 luglio 1982 a Madrid. Pronti, via e Graziani esce per infortunio al 7’ con Altobelli che quasi forza il cambio: una bella botta ma proprio l’interista poco dopo serve Conti in area, atterrato da Briegel. Calcio di rigore, ma Cabrini manda fuori graziando Schumacher e facendo calare sinistri presagi sulla finale. Subito esorcizzati però nel secondo tempo: assist nientemeno che di Gentile, in proiezione offensiva, e Rossi segna il suo sesto gol, diventando capocannoniere della competizione (57’). Qui si scatena la valanga azzurra che si ripete al 69’ con Tardelli che finalizza con un gran tiro una azione imposta da Scirea; poi, al minuto 81, è Altobelli a premiare l’iniziativa di Conti, e a poco vale due minuti dopo la rete della bandiera di Breitner.

Il Trofeo Fifa Word Cup – Realizzato dallo scultore-orefice, Italiano, Silvio Cazzaniga

ideato e realizzato dallo scultore Silvio Gazzaniga, scomparso nel 2016, fra l’agosto ed il settembre del 1971 nel laboratorio di via Volta (a due passi dall’Accademia di Brera).

Il trofeo – scrive Il Corriere della Sera – viene assegnato a chi vince il Mondiale dalla data della sua presentazione ufficiale sul bollettino della FIF nel gennaio del 1972. Due atleti stilizzati che, esultando, sorreggono il globo (6,175 kg su 36,8 centimetri di altezza).

«Mio padre veniva anche da opere religiose. Volle così stilizzare in quella statuetta, simboli che richiamassero la fede e proponessero linee riconoscibili in ogni parte del pianeta. Oggi tutto il lavoro svolto in preparazione di quel trofeo è riunito nel nostro deposito-museo, dove sono custoditi disegni, calchi e prime versioni in gesso. E quella prima copia in cera d’api, dipinta di rosso, che fu inviata in Svizzera. Per partecipare al concorso voluto dalla FIFA per sostituire la Coppa Rimet», ha raccontato al Corriere Giorgio Gazzaniga, figlio dello scultore.

«Ci mise due giorni a disegnarla e poi in pochi altri riuscì a realizzare un calco e la copia. Poi qualcuno telefonò: mio padre aveva vinto. Ma non ebbe tempo di gioire. Un conto era realizzare una copia in cera; un conto una in oro a 18 carati. Lui era un perfezionista, seguì in fonderia tutta la realizzazione nei minimi dettagli. E osservando la copia originale si notano: parti più lucide, altre più opache o a specchio. Quella Coppa aprì tante opportunità: gli commissionarono molti altri trofei sportivi, fra cui la Coppa UEFA», il ricordo del figlio dell’artista.


Bruno Conti uno tra i migliori dell’intero campionato del mondo
Marco Tardelli ha appena calciato il pallone della rete del 2-0

 Alcune delle prime pagine dei giornali dell’epoca

La Gazzetta dello Sport
Stampa Sera
Corriere dello Sport
Il Giorno

Alessandro Altobelli Autore del 3° Gol Azzurro

Si potrebbe scrivere tanto altro ancora su la finale del1982, gli aneddoti non mancano, ma ci fermiamo qui gustandoci il video con le azioni della partita.

(fonte Web)

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  • Vedute d'Autore®, è associazione culturale gruppo fotografico di Abbiategrasso. Nato nel 2010 senza scopo di lucro, ha tra i suoi obiettivi principali, la passione per la fotografia e la condivisione degli eventi e le attività attraverso i moderni strumenti di social networking online (blog, facebook, ecc) e più tradizionali (sito web).

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