Viaggi nel Tempo, mistero e fantomatiche prove.

Viaggi nel Tempo tra dubbi, mistero e fantomatiche prove. La classifica delle 10 più strane presenti in rete.

Alzi la mano chi non ha mai visto il Film Ritorno al futuro?

Anche chi non ha mai visto il film, sicuramente è stato in qualche modo affascinato dall’idea e almeno una volta si sarà posto la classica domanda se è possibile, lo sia stato o mai lo sarà…

Ritorno al futuro (Back to the Future) è un film del 1985 diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd.

Il migliore amico di Marty è un anziano e bislacco scienziato di nome Emmett Brown, detto “Doc”. Un giorno, proprio quest’ultimo chiama il ragazzo chiedendogli di raggiungerlo quella stessa notte nel parcheggio del Twin Pines Mall, un grande centro commerciale, per filmare un misterioso esperimento.

Una volta giunto sul posto, Marty scopre che lo scienziato ha costruito una macchina del tempo modificando una DeLorean, e l’esperimento da filmare consiste nell’inviare nel futuro (un minuto avanti) il cane di quest’ultimo, Einstein.


Senza inoltrarci troppo con la trama del film, veniamo al “nocciolo” della questione, e al tema di questo articolo: “Sono possibili i viaggi nel tempo”? La scienza per ora non sa rispondere, e non ha dimostrato se sia possibile o meno. Certamente non cerchiamo noi la verità ma ci limitiamo solo a delle considerazioni, analizzando e stilando una classifica delle 10 prove (fantomatiche), ma ne esistono anche di più, prove circolanti in rete. Ci limitiamo soltanto ad elencarle e chiaramente le riportiamo esattamente in quest’ottica e senza esprimere alcun parere.

In rete circolano foto e video  che hanno dell’incredibile. Immagini senza una spiegazione, di persone che non dovrebbero essere lì per quella foto perchè morte o perchè… ancora non nate. Persone vestite con un abbigliamento anni 90 in una foto scattata 50 anni prima. Immagini assurde che la scienza ancora una volta… non spiega.

viaggi nel tempo non sono fantascienza

Viaggiare nel tempo non è un’utopia fantascientifica e la conferma arriva dagli esperti: raggiungere il futuro è tecnologicamente plausibile, mentre il vero problema è tornare al passato.

 C’è chi sostiene che i portali spazio-temporali sono una realtà e vengono attestati da numerose fonti. Sono considerati come Stargate che portano a luoghi lontani nel cosmo, sia in questa dimensione che in un’altra, in questo regno terreno o qualche milione di anni luce. La maggior parte delle persone crede che questi gateway o portali esistano solo nella fantascienza, ma ci sono molti ricercatori che credono fermamente che i portali sono stati aperti nei tempi antichi e nei giorni nostri.

Pare (ovviamente informazioni da prendere con le “pinze”) che  due informatori della sicurezza nazionale, il Dipartimento della Difesa avrebbe sviluppato circa 45 anni fa, la tecnologia dei viaggi nel tempo. Già nel 1967, il governo degli Stati Uniti aveva un dispositivo di viaggio temporale completamente operativo basato sull’accesso quantistico precedentemente documentato da Tesla.

Sarebbe bello spostarsi nel tempo premendo qualche bottone, muovendo un paio di leve e… zac!, come nei film di fantascienza, trovarsi a fare quattro chiacchiere con gli uomini delle caverne o con il comandante di una nave intergalattica. Potrà mai, l’uomo, viaggiare attraverso le epoche? La risposta a queste domande riserva ancora parecchie curiosità e sorprese. Perché, a quanto pare, non si sa né come né quando, ma i viaggi nel tempo, prima o poi, si potranno fare.

Secondo Marc Rayman, capo missione della Nasa «viaggiare nel futuro sarà possibile. Dovremo sviluppare tecnologie avanzatissime, ma poi potremo spostarci nel futuro anche di 10mila anni e invecchiare di un solo anno durante il viaggio». Ok, ma come si farà? Le possibilità sono diverse e tutte da esplorare.

I BUCHI NERI 

Esiste anche un altro modo per andare nel futuro, spiega la scienziata: «Quello di girare attorno a un buco nero. La forza di gravità, infatti, rallenta il tempo e questo effetto è enormemente amplificato in un buco nero, un oggetto spaziale che ha una densità enorme e dunque esercita una terrificante forza di gravità. Quindi, in una navicella che vi ruoti attorno, può rallentare e addirittura fermare il tempo rispetto a chi è rimasto sulla terra».

viaggiando alla velocità della luce: è stato quel geniaccio di Einstein a suggerirlo in una delle sue teorie, in particolare quella detta della Relatività Ristretta.

Secondo la sua teoria lo spazio e il tempo non sono due cose separate, come noi pensiamo, ma due aspetti di una cosa sola definita “spazio-tempo”. La conseguenza è che se una fantastica astronave cominciasse un viaggio attraverso lo spazio-tempo a una velocità vicina a quella della luce (circa 300mila chilometri al secondo), per l’equipaggio a bordo il tempo scorrerebbe più lentamente rispetto alle persone rimaste a terra.

In pratica, se nel 2020 vi imbarcaste su quell’astronave e trascorreste cinque compleanni a bordo, una volta di ritorno a casa trovereste i vostri compagni di scuola con i capelli bianchi! E sì, perché voi avreste solo cinque anni in più ma loro sarebbero invecchiati di ben 50 anni, perché sulla terra sarebbe il 2070: avreste viaggiato nel tempo!

Questa incredibile navicella per viaggi nel tempo ancora non esiste e il nostro organismo, con le conoscenze attuali, non potrebbe sopravvivere all’impresa.

Eppure esistono le prove che questa teoria abbia basi solide. Per esempio, spiega Maria Teresa Crosta, ricercatrice a Torino per l’Istituto Nazionale di Astrofisica «è dimostrato che minuscole particelle di materia chiamate muoni, che vivono appena 2,2 milionesimi di secondo circa, viaggiano a una velocità quasi uguale a quella della luce e sono in grado di viaggiare nel futuro».

Una navicella ad esempio, vicina a un buco nero finirebbe distrutta e, in più, i buchi neri sono lontanissimi e al momento impossibili da raggiungere. A meno che, nello spazio, non si apra un “wormhole”.

I WORMHOLE

Il wormhole (buco del verme) è un terzo possibile e specialissimo modo per viaggiare nel tempo.

Pensate a un vermetto su una mela: per andare dal picciolo alla calicina, sul lato opposto, dovrebbe fare il giro di mezzo frutto. Ma se scavasse un foro nella mela il suo viaggio sarebbe molto più breve.

Ora immaginate che l’universo sia la mela e che voi e la vostra astronave siate il verme: gli incredibili cunicoli detti wormhole, ipotizzati da alcuni scienziati, funzionerebbero come scorciatoie per raggiungere un punto lontano anni luce da quello di partenza, ossia per viaggiare nel tempo.

Sfortunatamente nessun wormhole è ancora stato trovato e comunque, probabilmente, sarebbe «troppo piccolo, instabile e durerebbe troppo poco per essere utile.

Classico della fantascienza – È passato oltre un secolo da quando Herbert George Wells ha scritto il celebre romanzo “La macchina del tempo” .

Quella che in origine non doveva essere altro che un pretesto per analizzare in modo critico la società vittoriana si è poi trasformata in una vera e propria ossessione, che ha segnato la ricerca scientifica negli anni successivi. Finora nessuno è riuscito a realizzarne una funzionante ma, stando a quanto sostengono diversi scienziati di fama mondiale, il traguardo potrebbe ormai essere vicino.

LA MACCHINA DEL TEMPO

A questo punto, però, sebbene gli scienziati si dimostrino ottimisti sui viaggi nel tempo, resta difficile capire come potrebbe essere fatta una vera e propria macchina del tempo: «ancora non lo sappiamo, ma la scienza va avanti mettendo insieme, mano a mano, nuove scoperte e nuovi obiettivi. Cento anni fa nessuno sapeva se e come saremmo andati sulla Luna, ma poi è successo, con le tecnologie che si sono sviluppate nel tempo. Sarà così anche per i viaggi nel futuro».

Nel 2005 il fisico Amos Ori pubblicò uno studio in cui dimostrava che esiste la possibilità teorica di una macchina del tempo che consenta di ritornare nel passato: una possibilità ricca di implicazioni paradossali

RITORNO AL PASSATO

Finora abbiamo parlato di viaggi nel futuro: sarà possibile anche viaggiare nel passato? Secondo gli scienziati, alla luce delle conoscenze attuali, la cosa sarebbe molto più complicata.

Una spiegazione efficace ma un po’ “macabra” è quella del “paradosso del nonno”: se un uomo si recasse nel passato e uccidesse per errore un suo antenato prima che questo possa avere un figlio, l’omicida non potrebbe mai nascere e quindi non potrebbe andare nel passato e compiere il delitto (vi ricorda, forse, la trama di qualche film?).

Quel che dice la fisica, in sostanza, è che in uno stesso universo non può esistere un evento, come l’uccisione dell’antenato, che succede e che allo stesso tempo non succede. Un viaggio nel passato potrebbe “alterare” il corso degli eventi che hanno portato fino a noi e questo non è possibile, perché non si può modificare ciò che è già successo. Insomma, pare proprio che dovremo… accontentarci del futuro, ce lo dice anche la scienza: indietro non si torna!

Eppure, nonostante sembra quasi impossibile, pare esitano testimonianze (in rete ne circolano molte) e in questo articolo ne proponiamo 10

viaggi nel tempo sono di sicuro, insieme al contatto con civiltà aliene, il filone più affascinante della fantascienza, oggetto fino a oggi di infiniti libri, racconti, film.

Ma è un tema che non riguarda solo la fantascienza. Alcuni tra i fisici più brillanti si sono infatti cimentati con lo sforzo di individuare un’infrastruttura matematica coerente con le leggi della fisica, che dimostri la possibilità — se non altro teorica — di ritornare indietro nel tempo.

Il tempo, del resto, ha già subito dalla scienza ridefinizioni che ne hanno cambiato radicalmente la percezione.

Il GPS viaggia nel tempo

Il professor Seth Lloyd, docente di meccanica quantistica al MIT di Boston, per esempio, sostiene che si viaggi nel tempo quotidianamente. E, per la precisione, lo fanno al nostro posto i satelliti che compongono il sistema GPS, i cui orologi integrati vanno più veloci di ben 38 millisecondi al giorno rispetto ai loro “colleghi” terrestri. Questo fenomeno sarebbe una diretta conseguenza della teoria della relatività di Einstein e, in particolare, di due suoi corollari.

Viaggio nel tempo o risparmio di tempo  durante il viaggio?

 E’ vero, può sembrare che centri poco con il viaggio nel tempo, ma se percorro un km a piedi oppure lo stesso km lo percorro in automobile (sempre che non ci sia il traffico di punta 😆 ) risparmio tempo? faccio prima? e se devo fare 1000 km in treno (calcolando anche le fermate) a 300 km all’ora (ecco appunto che spunta l’unità di misura oraria) dovrei impiegarci circa 3 ore (quindi Tempo) . Se invece lo stesso percorso lo compio in Aereo alla velocità di 900 km all’ora? arrivo prima… infondo il concetto semplificato potrebbe essere quello che se risparmio o guadagno tempo,  in un certo senso ho viaggiato nel tempo. Avete mai sentito nominare il termine “Anni Luce”?


L’eredità di Einstein

– Il primo corollario dice che più è veloce il moto relativo di un corpo, più questo percepisce in modo rallentato lo scorrere del tempo. Il secondo, invece, afferma che lo stesso effetto si ottiene quanto più ci si avvicina al centro di una grossa massa gravitazionale, come nel nostro caso la Terra. Questi stessi principi, opportunamente adattati, possono permettere di viaggiare davvero nel tempo, e non solo per pochi istanti.

La teoria della relatività di Einstein, speciale e generale, confermata ormai da un’infinità di esperimenti, ha dimostrato infatti che il tempo fa parte, insieme alle tre dimensioni spaziali, di un unico continuum spazio-temporale, che subisce deformazioni in presenza di intensi campi gravitazionali e di altissime velocità.

Tali deformazioni implicano, tra le altre cose, la perdita della simultaneità. Un astronauta che compisse un viaggio interstellare su un’astronave spinta a velocità prossime a quella della luce, ritornerebbe sulla Terra al termine del viaggio più giovane di un suo ipotetico gemello rimasto nel frattempo a casa.

Il tempo biologico di chi viaggia a velocità relativistiche scorre, infatti, più lentamente del tempo biologico di chi è fermo o si muove lentamente. E questo è un fatto, non una speculazione teorica.

Tuttavia, benché sia di difficile comprensione per il senso comune, il cosiddetto paradosso dei gemelli non è un vero paradosso. In esso non c’è alcuna violazione del principio di causalità: entrambi i gemelli percorrono il proprio tempo verso il futuro, solo che lo fanno con velocità differenti.

Altre implicazioni della teoria di Einstein portano invece a conseguenze realmente paradossali. Oggetti di massa estremamente elevata possono in linea teorica curvare lo spaziotempo fino a chiuderlo su se stesso, creando strani “percorsi” denominati closed timelike curves (CTC), ovvero curve spaziotemporali di tipo tempo chiuse. Si tratta di linee di universo che curvano fino a richiudersi su se stesse come anelli, in modo tale che, progredendo verso il futuro, si incontrerebbe a un certo punto il proprio passato.

C’è un però…

Però, sembra che viaggiare nel passato (secondo gli studi e le ricerche), se mai si riuscisse a costruire una macchina del tempo, con curve spaziotemporali di tipo tempo chiuso, ovvero quelle che dovrebbero permettere di viaggiare nel passato, dovrebbero essere possibili solo a partire dalla costruzione e l’inaugurazione della macchina stessa.

Se la fisica consente che esistano linee spaziotemporali di tipo tempo chiuse, allora tutto il tempo trascorso dall’eventuale costruzione di una macchina del tempo funzionante fino a un qualsiasi giorno successivo alla sua inaugurazione diventerebbe simile a un luogo nello spazio, simile cioè a una località su una mappa: un posto nel tempo, invece che nello spazio, che potremmo decidere di visitare, scendendo, per così dire, alla opportuna fermata della CTC su cui viaggia la nostra macchina del tempo.

Forse esiste una censura cosmica che impedisce a una macchina del tempo di funzionare, in qualunque modo la si costruisca: potrebbero per esempio prodursi inevitabilmente instabilità causate da fluttuazioni quantistiche del vuoto, tali da impedire al viaggio nel tempo di accadere. Ma, se tale censura invece non esistesse, le implicazioni sarebbero — anzi sono — paradossali.

Poniamo dunque, per puro gusto di speculazione, che una macchina del tempo funzionante sia stata realmente costruita. Compro un biglietto e decido di partire verso il mio passato. Cosa succede a quel punto?

Se la mia memoria continua a funzionare normalmente, ciò che ricordo dal momento della partenza in poi è il mio passato. Ma, se la macchina funziona e sto realmente viaggiando a ritroso nel tempo, ciò che mi appare nel ricordo come il mio passato, per esempio il momento della partenza, è in realtà il mio futuro, cioè qualcosa che non è ancora accaduto. Impossibile!

L’unico modo per sfuggire al paradosso della memoria — cioè il paradosso di ricordare il proprio futuro — è che il viaggio a ritroso nel tempo funzioni né più né meno che come la pellicola di un film che si riavvolge o come il tasto rewind di un vecchio registratore a cassette. In tal caso, ogni istante del mio viaggio verso il passato sarebbe realmente un momento che ho già vissuto. La mia memoria sarebbe perciò coerente: ricorderei istante per istante solo ciò che mi è già accaduto, ovvero il mio passato. L’unico problema in questa ipotesi è che non avrei la benché minima consapevolezza di viaggiare a ritroso nel tempo…

Per quel che vale, possiamo anche immaginare che un simile modo di viaggiare nel tempo possa un giorno esistere e funzionare. Sarebbe comunque qualcosa di molto diverso dal viaggio nel tempo che ci propinano da decenni libri e film di fantascienza. Non solo non ci sarebbe nessuna consapevolezza del viaggio, ma, soprattutto, nessuna possibilità di modificare il passato: così come il contenuto di un film resta lo stesso se si fa scorrere la pellicola (o il file video) al contrario, analogamente la serie degli eventi della mia vita e il mio ricordo di essi rimarrebbero immutati, per quante volte ripetessi l’esperienza di tornare indietro nel tempo (o la “registrazione”, potremmo dire a questo punto).

Tuttavia, a ben riflettere, neanche questa modalità di “viaggio” nel tempo è esente da contraddizioni. Il problema è il singolo istante, quel momento in un certo senso magico che costituisce l’attimo presente: una specie di nulla, un tempo senza durata sospeso tra il passato e il futuro nel quale alberga l’intera nostra coscienza e consapevolezza di esistere.

Il Cinema già lo sapeva…


L’idea non è una novità assoluta ed è già approdata nel mondo del cinema, riscuotendo peraltro un grandissimo successo. Ne “Il pianeta delle scimmie”, l’equipaggio a bordo dell’astronave viaggia nello spazio così a lungo che quando atterra sul nostro pianeta – scusa per lo spoiler – sono passati secoli, forse millenni, mentre ai loro occhi sono trascorsi solo pochi anni. Si tratta, in effetti, di una strada tecnologicamente percorribile, perché “basta” investire cifre da capogiro nello sviluppo di razzi supersonici con autonomia di volo quasi illimitata.

Personaggi come Flash Barry Allen ( The Flash è una serie televisiva statunitense creata da Greg Berlanti, Andrew Kreisberg e Geoff Johns in onda sul canale The CW, basata sul personaggio omonimo dei fumetti della DC Comics. ) Utilizza la sua velocità per viaggiare nel tempo.

DC’s Legends of Tomorrow, nota semplicemente come Legends of Tomorrow, è una serie televisiva statunitense creata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg in onda sul canale The CW, basata su un gruppo di personaggi della DC Comics. Le cosiddette Leggende, che cercano di salvare il mondo viaggiando nel tempo a bordo della WaweRider una nave temporale.

Se, per evitare il paradosso della memoria, immagino il viaggio nel passato come l’esperienza di un “nastro” che si riavvolge (cioè gli eventi della mia vita vissuti semplicemente al contrario, dal più recente al più antico), allora non c’è più spazio per la coscienza del presente. Essere consapevoli di qualcosa — un rumore, un colore, una forma, un pensiero — è sempre un atto che presuppone il fluire del tempo presente, cioè un ponte sospeso tra il passato e il futuro, un ponte in cui ogni atto di consapevolezza diventa subito passato e, da quel momento in poi, può continuare a esistere solo nel ricordo. Adesso batto le mani: è il presente. Le ho battute: è un ricordo, è il passato.

Se questo è il modo in cui la coscienza del fluire del tempo funziona, allora non c’è possibilità di essere consapevoli di istanti che si “riavvolgono”, scorrendo verso il passato. Ogni atto di consapevolezza implica infatti che il momento successivo si trovi sempre nel futurotra le cose che non sono ancora avvenute, mai nel passato.

Un esempio può essere quello della vecchia videocassetta VHS, registravamo momenti di vita, video di ricordi… se la sciati li rimanevano impressi e archiviati. Se finivamo il nastro si cambiava cassetta e se ne registravano altri. Però se ad un certo punto si riavvolgeva il nastro a metà (si decideva dunque di riutilizzare una cassetta fino ad un certo punto) mantenevamo le registrazioni che ci interessavano, ma inevitabilmete andavamo a sovrascrivere quelle restanti dalla metà in pio con dei nuovi video (ricordi).

Muoversi a ritroso nel tempo senza creare paradossi implica almeno tre cose:

  1. che io non sia consapevole di viaggiare a ritroso nel tempo (altrimenti ricorderei il mio futuro);
  2. che non possa modificare il mio passato (nessun film cambia contenuto quando lo si guarda al contrario);
  3. che, infine, non possa neppure essere cosciente durante il “viaggio”, perché la consapevolezza di un’esperienza, qualunque essa sia, è sempre un processo che va dal passato verso il futuro. Non accade mai il contrario: il presente, cioè, è come un’infinita cerniera-lampo che scorre sempre in una sola direzione.

Alla fine di tutte queste considerazioni, siamo portati  a pensare che, se i viaggi verso il passato sono davvero possibili, allora l’unico modo in cui possono accadere senza generare paradossi è in modo del tutto automatico. Forse l’universo ha la possibilità di riavvolgere il “nastro” e ricominciare una storia, o molte storie: solo che non lo sappiamo e, forse, è funzionale alla fisica del fenomeno che noi non lo sappiamo.


Dopo aver fatto una lunga analisi sulle possibilità scientifiche (e non), veniamo alla nostra Classifica delle 10 presunte prove che si possono reperire in rete.


10 – “La signora in Giallo”

La donna in giallo è presente in altri numerosi scatti che ritraggono l’attentato al presidente Kennedy: dai fotogrammi del video di Abraham Zapruder sembra anche che stia filmando la scena. Ad oggi è l’unica persona non identificata dall’Fbi presente quel giorno a Dallas, e ovviamente non sono stati mai trovate foto ne’ filmati dell’attentato che possano essere attribuite a lei. Chi era quella donna, passata alla storia con il soprannome di Babushka Lady?


9 – “Lastronauta

Non è chiara l’immagine, è si può anche aprire un dibattito su chi sia o meno la persona sullo sfondo, a primo impatto sembrerebbe proprio quello che appare, ovvero un’astronauta. Doveva essere la foto di una bambina con un mazzo di fiori, ma nello scatto si è aggiunto una misteriosa presenza. La foto scattata il 23 maggio 1964 nella contea inglese di Cumberland da Jim Templeton a sua figlia, è nota come “Il Solway Firth Spaceman” per la somiglianza della figura dietro la bambina a quella di un astronauta. Le successive analisi fotografiche non hanno rivelato alcuna falsificazione o manipolazione. La BBC, tuttavia, ha fornito la spiegazione più semplice e normale: si tratta (probabilmente) della moglie del fotografo, ripresa di spalle.


8 – “Un uomo di un’altra epoca”

La foto è stata scattata nel 1941 in occasione della riapertura del South Bridge Forks in Canada: secondo alcuni, il ragazzo cerchiato in rosso indosserebbe abiti troppo moderni per quel tempo, ma soprattutto stringerebbe una fotocamera, con tanto di obiettivo. La foto, tuttavia, non ha assolutamente nulla di paranormale. Il “viaggiatore nel tempo” è vestito in realtà secondo uno degli stili del tempo: gli occhiali con i paraocchi laterali, ad esempio, andavano di moda all’epoca, il taglio di capelli usato in quegli anni e la M appartiene alla felpa di qualche scuola. La fotocamera, invece era già molto diffusa negli anni ’40.


7 – “lastronauta dal XII° secolo”

Arrampicata sulla facciata dell’entrata a Nord di una cattedrale di trecento anni fa a Salamanca, in Spagna, si trova una figura intagliata che ricorda straordinariamente un astronauta dei nostri giorni. La costruzione della cattedrale è iniziata nel 1513 ed è terminata nel 1733.

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

La ragione mette subito in dubbio ciò che vedono gli occhi; teorie di antichi alieni, viaggi nel tempo, il super-normale dono della lungimiranza sono alcune tra le idee che vengono alla mente. Anche se il mondo oggi possiede ancora molti misteri, quello dell’astronauta della cattedrale di Salamanca ha una spiegazione molto più terrena.

Salamanca, in Spagna, è la casa di due cattedrali; la cattedrale vecchia, conosciuta semplicemente come la ‘Catedral Vieja‘, è stata costruita intorno alla metà del dodicesimo secolo. In quanto tale potrebbe essere una delle più antiche cattedrali europee.

L’altra cattedrale, nota come la ‘Catedral Nueva‘, o cattedrale nuova, ormai non è più definibile nuova rispetto agli standard moderni, ma lo era sicuramente quando è stata chiamata così.

L’astronauta appare proprio sull’entrata della cattedrale nuova; scende lateralmente, parallelo all’entrata. È seduto arrampicato su uno stelo, vestito con stivali, casco e quello che appare un autorespiratore sul petto con tubi collegati a uno zaino sulla parte posteriore della tuta. Con la mano destra cerca di arrivare a prendere quello che sembra un rampicante che gli funge da imbracatura attorno alla vita. La mano sinistra invece cerca di raggiungere una foglia vicina come sostegno. Il suo volto riflette un’espressione alquanto sbalordita.

Ma come è possibile? Quando la cattedrale è stata costruita, gli astronauti non esistevano. Sembrerebbe che l’intaglio sia in realtà parte di un restauro fatto alla cattedrale nel 1992. A quel tempo, la ‘Puerta de Ramos‘ – questo è il nome dell’entrata della cattedrale nuova – aveva subito un grosso danno negli ultimi secoli.

L’aggiunta sarebbe stata fatta presumibilmente da Miguel Romero, un muratore, e forse supervisionata da Jerónimo García de Quiñones, secondo Ancient Code: deciphering history together. Secondo la tradizione, i restauri alle cattedrali spesso includono qualcosa dei tempi moderni: in questo caso i restauratori hanno scelto di rappresentare un astronauta.

Tuttavia i sostenitori di teorie alternative ritengono che l’astronauta fosse stato intagliato molto tempo prima e che il restauro lo abbia solo riparato dove danneggiato. Il mistero risiede nel fatto che le foto della facciata prima del restauro e le testimonianze della Puerta de Ramos sono diventate difficili da trovare, dando adito al dibattito.

L’astronauta è stato danneggiato nel 2010 da alcuni vandali, secondo Ancient Code. Le immagini in circolazione che mostrano l’astronauta con il braccio destro mancante e il volto rovinato sono le immagini del danno, che da allora è stato riparato.


6 – “un cellulare negli anni 40”

Il tizio ripreso nella foto, sembra parlare al cellulare in un’improbabile New York degli anni 40′ Fake o Anacronismo?


5 – “Luomo di Taured” uno dei misteri mai svelati dell’epoca moderna

Uno degli avvenimenti più inquietanti del XX° secolo è avvenuto nel Luglio del 1954 all’ aeroporto di Haneda in Giappone. Un uomo Caucasico di mezza età, ben vestito, passa alla Dogana dicendo ai funzionari di essere in un normale viaggio di affari.

Una storia misteriosa che continua ad essere un rompicapo per molte persone sul pianeta, perché, i fatti reali per come accaduti non sono mai stati chiariti definitivamente a causa della mancanza di una testimonianza ufficiale da parte dei protagonisti di questa vicenda.

La sua lingua madre era il Francese ma parlava perfettamente il Giapponese e diverse altre lingue. Nel portafoglio gli furono trovate banconote di diverse valute europee.

Tutto inizia all’ aeroporto Internazionale di Tokyo, in Giappone, un paese e un popolo che già di per sé non è incline a sbilanciarsi, specialmente su fatti bizzarri e misteriosi.

Tuttavia, proprio questa omertà ha lasciato cadere la questione dell’uomo di Taured nel più profondo alone di mistero che le cronache moderne ricordino. In una giornata apparentemente normale di un’estate particolarmente torrida del 1954, all’Haneda Internatinal Airport tutto si svolgeva con regolarità fino a quando un aeromobile proveniente dal continente europeo fece le classiche manovre di scalo. Proprio su questo velivolo viaggiava un passeggero fuori dal comune.

E’ una calda giornata del luglio del 1954 quando un uomo arriva all’aeroporto di Tokyo in Giappone. Il suo aspetto è caucasico e anche gli abiti sono normali. Ma il sospetto dei funzionari sale per l’atteggiamento circospetto dell’uomo. Al Check-In del suo passaporto osservano che egli proviene da un paese chiamato Taured, che ovviamente non esiste. L’uomo venne interrogato e gli fu chiesto di indicare il suo paese di origine su una mappa.

Egli rivolse l’attenzione al Principato di Andorra, ma si arrabbiò moltissimo non trovando Taured segnata sulla mappa. Secondo l’uomo la propria patria era costituita da oltre 1.000 anni, e quindi avrebbe dovuto essere certamente presente. Uno degli aspetti misteriosi era rappresentato dai contanti di diversa valuta europea che possedeva, oltre al fatto che il passaporto era stato timbrato da diversi aeroporti di tutto il mondo, compreso Tokyo.

Sconcertati, i funzionari lo portarono in una stanza con due guardie all’ingresso, in modo da avere il tempo di comprendere quale mistero si celasse dietro l’uomo di Taured. La società per cui l’uomo affermava di lavorare non lo conosceva, ma l’uomo aveva una copiosa documentazione che invece smentiva completamente il punto di vista dell’azienda.

Come aveva fatto ad avere un passaporto di Taured timbrato in molte nazioni del globo?

Dobbiamo ricordare che il Giappone, in quel periodo storico, era uscito dalla II Guerra Mondiale da soli 9 anni e stava cercando di ricostruire non solo la propria economia, ma anche la propria identità sociale e politica, oltre che le relazioni a livello internazionale.

Per questo motivo, l’ufficio doganale preposto ad Haneda prestava particolare attenzione a tutti gli stranieri che arrivavano in Giappone dall’Europa.

Quando l’uomo prese in mano il suo passaporto, però, ebbe inizio il mistero…

Gli ispettori alla sicurezza, infatti, dopo aver letto il nome del Paese di provenienza del caucasico iniziarono a scambiarsi sguardi perplessi.

​Il passaporto, infatti, riportava stampato in lettere dorate la scritta TAURED PASSPORT e i funzionari che, ovviamente, non avevano mai sentito parlare di un paese dal nome simile iniziarono i controlli per stabilire se quel documento fosse stato contraffatto.

Controllando attentamente le pagine interne del passaporto, però, i funzionari notarono che l’uomo lo aveva usato in precedenza per altri viaggi in tutta Europa e poterono notare i timbri d’ingresso delle varie dogane che attestavano la veridicità del documento presentato dall’uomo.

Inoltre, i due ispettori notarono non solo altri timbri della dogana Giapponese che attestavano i diversi viaggi compiuti in terra nipponica, ma anche la presenza di molte banconote autentiche e di vari paesi che confermavano la veridicità delle informazioni fornite.

Il misterioso viaggiatore, inoltre, parlava un giapponese modesto mentre la sua lingua natia era il francese.

Per eseguire ulteriori controlli, l’uomo venne trasferito nella stanza degli interrogatori mentre il suo passaporto passò nelle mani di ispettori più esperti in materia di contraffazione.

All’uomo venne chiesto di fornire altra documentazione attestante la sua identità e per fare in modo di risolvere quanto prima questo intoppo, il viaggiatore collaborò senza creare il minimo problema e sotto tutti gli aspetti.

Tuttavia, nonostante il caucasico fornì tutti i documenti possibili e immaginabili comprovanti la sua identità, il mistero si infittì.

Carta di identità, patente ed ogni altro documento, infatti, risultavano emessi dalla Repubblica di Taured e lo stesso viaggiatore dichiarò tutto il suo stupore nel constatare questi problemi che non erano mai occorsi durante i suoi innumerevoli viaggi.

Giunti a un punto di non chiarezza, gli investigatori chiesero all’uomo di indicare sulla cartina geografica dove si trovasse Taured e con tono decisamente sorpreso l’uomo dichiarò che Taured si trovava esattamente tra la Francia e la Spagna.

Spazientiti da quella situazione assurda, i funzionari chiesero al viaggiatore di indicare sulla mappa il punto preciso in cui si trovava Taured, ma l’uomo guardando stupito la cartina scoprì che il punto su cui aveva appoggiato il dito corrispondeva ad Andorra.

Sentendosi preso in giro, l’uomo disse che secondo lui quella cartina era totalmente errata perché quel posto corrispondeva al suo luogo natale ovvero Taured e non Andorra.

I funzionari, però, cercarono di spiegare all’uomo che una nazione chiamata Taured, in realtà, non è mai esistita, ma nello stesso tempo il viaggiatore replicò il contrario sollevando la questione di come avesse fatto a compiere tutti quei viaggi e a salire su aeromobili in totale tranquillità.

Dopo qualche ora di interrogatorio, arrivarono i risultati dagli esami effettuati sul passaporto e questi confermarono l’autenticità del documento in tutti i suoi dettagli, ma allo stesso tempo nessun aeroporto presso cui sarebbe transitato l’uomo poteva confermare di aver avuto a che fare con una nazione di nome Taured.

Che Paese è Taured e dove si trova di preciso?

A questo punto, i giapponesi decisero di telefonare all’azienda per cui l’uomo dichiarò di prestare servizio, ma anche questa soluzione si tradusse in un nulla di fatto perché l’azienda non solo dichiarò non avere nel proprio organico quell’uomo, ma anche di non essere a conoscenza di nessun luogo chiamato Taured, anche se il viaggiatore aveva con sé tutta una serie di documenti ufficiali che attestavano il contrario.

Inoltre, venne chiamata l’azienda giapponese con cui l’uomo avrebbe dovuto concludere un affare importante, ma anche loro affermarono di non avere nessuna idea sull’identità di quel viaggiatore.

Il soggetto, a questo punto, propose agli investigatori di chiamare l’hotel presso cui aveva prenotato la camera per il suo soggiorno, ma anche questo confermò di non avere nessuna stanza prenotata con il suo nome.

A questo punto, le autorità non poterono fare altro che chiedere l’intervento della polizia seguendo il protocollo sui viaggiatori di origine ignota. L’uomo venne trasferito in una struttura apposita per consentirgli di trascorrere la notte con due guardie armate a tenere sotto controllo la sua stanza.

Il viaggiatore, senza mai opporre resistenza, segui i poliziotti e chiese una pastiglia per il mal di testa.

 Il mattino seguente, una squadra di poliziotti speciali specializzati in spionaggio e agenti di sicurezza della PSIA, si recarono presso la struttura in cui era detenuto l’uomo di Taured. Una volta arrivati gli agenti parlarono con i piantoni i quali riferirono che il soggetto non era mai uscito dalla stanza e non avevano avvertito nessun rumore particolare provenire dall’interno.

Quando venne riaperta la camera d’albergo l’uomo di Taured era scomparso

L’uomo era sparito nel nulla!

Non vi era nessuna traccia né del viaggiatore né dei suoi effetti personali e la sola via d’uscita era una finestra che risultò chiusa e bloccata proprio per non consentire la fuga del detenuto. L’incredulità lasciò il posto alla rabbia e le autorità competenti decisero di seppellire tutta la vicenda dell’uomo di Taured.

Non poteva essere uscito dalla porta (controllata dalle guardie) e non poteva esser saltato fuori dalla finestra perché la stanza era a diverse decine di metri di altezza. Come era apparso era scomparso, lasciando dietro di sé interrogativi e domande che non troveranno mai risposta.

La storia emerse solo grazie agli operatori aeroportuali che, negli anni, chiamarono tutti gli aeroporti europei per chiedere l’autenticità dei timbri trovati sul documento di quel viaggiatore misterioso.


4 – “La mummia con le scarpe”

Scarpe Adidas addosso ad una mummia di oltre 1500 anni fa. La scoperta di una mummia in Asia Centrale ha rivelato che un corpo morto, imbalsamato di oltre 1500 anni, indossava delle scarpe che assomigliavano (sottolineiamo sembravano), a delle  Sneakers Adidas moderne.

Il ricercatore  che si è occupato della scoperta, grazie ad una tecnica speciale chiamata datazione al carbonio, si è potuto risalire alla data della sepoltura risalente al VI° secolo dopo Cristo.

Un altra mummia è stata ritrovata in un’altra zona vicino nell’aprile del 2016, e indossava un paio di stivali lavorati con macchinari moderni.

Gli stivali presentavano delle strisce nere e rosse con suole in cuoio e fibbie decorative

Insieme al corpo è stato ritrovato un piccolo specchietto portatile, decisamente fuori tempo. Gli studi hanno rivelato che la mummia aveva subito un colpo mortale alla testa. In molti ipotizzano che si tratti di uno sfortunato viaggiatore del tempo e che abbia provato a ritornare indietro. Ma purtroppo non potremo mai averne certezza.


3 – Portale temporale a Versailles 1901

Moberly e Jourdain pubblicarono un libro che suscitò scalpore suscitando diversi dibattiti. Le 2 autrici del libro, sostenevano di aver viaggiato nel tempo mentre visitavano il palazzo di Versailles, il 10 agosto 1901 dopo un viaggio in treno per raggiungere il palazzo. mentre camminavano nel giardino hanno preso una volta sbagliata ritrovandosi su di un sentiero sconosciuto, raccontarono di essere state sopraffatte da una sensazione di tristezza e di sconforto.

Le 2 autrici riuscirono a vedere delle persone che lavoravano nel giardino e altre che camminavano accanto a loro ma i loro abiti sembravano inappropriati per il periodo…

Videro anche un uomo che rivolgendo lo sguardo verso di loro, mostrava il volto segnato dal vaiolo e con un espressione malvagia, ma non dava l’impressione di guardarle, pur guardando verso la loro direzione. Dopo essersi avvicinate all’ingresso principale, si riunirono con il gruppo di visitatori e dopo qualche mese decisero di trascrivere quell’esperienza separatamente per confrontarle in seguito. Ogni ricordo era identico e nella prossima visita a Versailles non sono più riuscite a sperimentare nulla di simile alla precedente esperienza. Pare che dai racconti emergesse poi che l’uomo che avevano visto assomigliasse molto all’amico intimo di Maria Antonietta.

Entrambe affermarono, che dopo quell’episodio, hanno sperimentato diverse esperienze paranormali, che si sia trattato  di un lasso di tempo dove sono finite per sbaglio per vedere fantasmi dal passato, oppure sia possibile che abbiano viaggiato nel tempo, come se avessero varcato uno sorta di portale che li ha portate nel passato?


2 – In spiaggia con il cellulare durante la seconda guerra mondiale.

Pare che da una foto postata su Twitter nell’ottobre del 2018, apparentemente normale, in una giornata di sole con persone in spiaggia che si rilassano. Qualcosa però attira subito l’attenzione, uno strano personaggio al centro della foto che indossa un abito marrone fuori luogo e sembrerebbe (usiamo il condizionale) che stia guardando un telefonino (potrebbe in realtà guardare qualsiasi altra cosa anche un bigliettino), certo è che se si trattasse realmente di un telefonino, dovremmo fare i conti con la data storica della foto che risale alla seconda guerra mondiale ed il telefono sarà inventato solo 30 anni più tardi…

I commenti in rete sono contrastanti, i sostenitori della tesi che questo uomo abbia viaggiato realmente nel tempo, e quelli che invece sostengono che quella che tiene in mano sia una sigaretta. Lo scatto è diventato talmente virale che tutti i siti più famosi anno trattato l’argomento.


1 – Un viaggiatore del tempo ad un incontro di Mike Tyson

Un particolare durante una ripresa video di un’incontro di Mike Tyson, lascia davvero tutti sbalorditi e  dubbiosi. Siamo nel 1995 e durante un combattimento Mike Tyson e Peter McNeely Uno spettatore sta scattando foto durante il combattimento utilizzando un telefono con fotocamera del 21° secolo. Secondo i teorici dei viaggi nel tempo quello è un artefatto fuori luogo e fuori tempo ed il video è la prova del viaggio nel tempo, perché i cellulari dotati di fotocamera non erano ancora disponibili per il mercato consumatori nel 1995.

Il video, prima caricato su YouTube il 18 settembre 2015, sembra mostrare uno spettatore in possesso di un oggetto, che sembra proprio un telefono cellulare con fotocamera, che usa per scattare foto o filmare il combattimento dei pesi massimi tra Mike Tyson e Peter McNeely che ha avuto luogo a Las Vegas il 19 agosto 1995.

La clip è stata vista da più di due milioni di utenti da quando è stato caricato su YouTube, e ha scatenato un dibattito furioso, con teorici che gettano il guanto di sfida agli scettici di fornire una spiegazione alternativa al fatto che qualcuno ha presenziato alla lotta nel 1995 in possesso di un pezzo di tecnologia prima ancora che fosse inventato e messo sul mercato.

Secondo la descrizione del video, “1995 lotta tra Mike Tyson e Peter McNeeley a Las Vegas”, qualcuno tra la folla è stato visto scattare una foto con quello che sembra essere un dispositivo smartphone, o un dispositivo in anticipo sugli anni ’90. “Non so se è un viaggiatore del tempo o no, ma nessuno può spiegare che fotocamera possa essere”. La clip è apparentemente un estratto autentico del combattimento del 1995 tra e Tyson e McNeely. Lo spettatore con quello che sembra un dispositivo cellulare con fotocamera appare dopo 17 secondi. La persona sembra avere in mano un oggetto che assomiglia notevolmente ad un cellulare con fotocamera del 21° secolo, cosa resa disponibile per i consumatori solo verso il 2000.  Secondo i teorici, il filmato è la prova conclusiva dei viaggi nel tempo, perché la persona che detiene il presunto smartphone avrebbe potuto essere solo un viaggiatore del tempo proveniente dal futuro, o unalieno proveniente da una civiltà tecnologicamente avanzata in visita alla Terra.

Gli scettici ribattono, per spiegare l’apparente anomalia, indicando correttamente che la scarsa risoluzione della clip rende impossibile determinare con precisione ciò che la persona aveva in mano, anche se sembra essere proprio un pezzo di tecnologia. Altri scettici hanno sottolineato che ci sono state un paio di telecamere disponibili nel 1995 di aspetto simile a quello che la persona nella clip aveva in mano. Qualcuno ha affermato infatti che l’oggetto avrebbe potuto essere un Casio QV-10A o un Logitech Fotoman . Entrambi i prodotti erano a disposizione dei consumatori all’epoca. Ma l’utente di YouTube che ha caricato la clip ha ribattuto che le caratteristiche visibili dell’oggetto misterioso non corrispondono a quelle di una QV-10A. “La QV-100 non ha un po’ d’argento a destra, e questa fotocamera non sembra avere una linea nera sotto la lente”, l’utente scrive su YouTube. Alcuni spettatori hanno notato che le caratteristiche visibili del presunto telefono cellulare con fotocamera appaiono più coerenti con il Logitech Fotoman.

Uno scettico che non era in grado di confutare i teorici dei viaggi nel tempo, è ricorso ad attacchi ad homo invece, “Ci sono davvero persone là fuori che sono così ritardati che credono nei viaggio nel tempo e che le persone che viaggiano attraverso il tempo sprecherebbero il loro tempo ad assistere a qualche incontro di boxe. La gente dovrebbe imparare a usare il loro cervello e imparare quello che significa una ricerca”. Il video lascia perplessi ma l’argomento non è una novità, è famosa infatti un’altra foto, datata 1938, che è inspiegabile perché ritrae una donna che parla al cellulare. Anche in questo caso si è parlato di viaggiatore del tempo. Ipotesi alternativa? Tecnologia avveniristica in fase di sperimentazione. Poco credibile? Ed allora?


Foto di una donna del 1938  che parla al cellulare.

La foto sotto ritrarrebbe una viaggiatrice nel tempo intenta a comunicare con un compagno di viaggio attraverso un apparecchio che sembra proprio un cellulare dei nostri tempi.

L’utente di youtube che caricò il video, da dove è stata estrapolata la foto, forni una spiegazione:“La signora che vedete è la mia bisnonna Gertrude Jones aveva 17 anni. Le ho chiesto di questo video e lei lo ricorda chiaramente. Lei dice che (la fabbrica ripresa) la Dupont aveva una sezione comunicazioni telefoniche in fabbrica. Sono stati fatti esperimenti con telefoni senza fili. Gertrude e altre cinque donne hanno avuto questi telefoni senza fili da testare per una settimana. Gertrude sta parlando con uno degli scienziati che tengono un altro telefono senza fili, che è alla sua destra mentre cammina.”

Verità o mistero… All’epoca non esistevano certamente dispositivi wireless cioè dispositivi elettronici che funzionano senza fili che utilizzano onde radio a bassa potenza o radiazioni infrarosse o laser.

La cosa che colpisce è la normalità della scena, le altre donne attorno non sembrano assolutamente curarsi della ragazza che parla al cellulare eppure una scena del genere all’epoca avrebbe fatto trasalire chiunque. La spiegazione postata sotto il video sembra perdere quindi di credibilità, perché mai degli scienziati avrebbero fatto dei test alla luce del sole chiedendo la collaborazione di una giovane operaia? Un’invenzione del genere non sarebbe certamente trapelata fuori dai laboratori cosi facilmente. Siamo nel 1938 solo 3 anni dopo le forze armate americane sarebbero entrate in guerra e sicuramente non avrebbero usato gli ingombranti sistemi radio che vediamo nei filmati e foto se solo avessero potuto disporre di dispositivi leggeri, compatti e affidabili.

E possibile trovare in rete anche un altro video misterioso diffuso nel 2010. Si tratta del frammento di una pellicola cinematografica del grande Charlie Chaplin, appartenente ad un suo film (Il Circo) girato nel 1928. Il video mostra una donna camminare ed impegnata in quella che sembra una conversazione telefonica.

Le immagini sono effettivamente misteriose. La donna sembra effettivamente dialogare al telefono (in assenza di persone vicine). Ad un certo punto, addirittura, si ferma per ascoltare quel che dice l’interlocutore, per poi proseguire la camminata.

Il video è stato scoperto d George Clarke, un regista irlandese, mentre riguardava il film di Chaplin. Il regista afferma di aver mostrato il video a più di 100 persone, ma nessuno è stato in grado di offrire una spiegazione convincente.

Secondo alcuni, la donna starebbe ascoltando una radiolina portatile, anche se questo non spiegherebbe perchè lei sembra parlare. Altri dicono che la donna potrebbe semplicemente aver portato la mano sul viso per nascondere l’imbarazzo della cinepresa. L’unico ad essere sicuro che si tratti di un viaggiatore temporale è lo stesso Clark:

                                 “Questo filmato è stato girato dietro le quinte di The Circus e mostra i partecipanti alla prima che fu proiettata al Manns Chinese Theatre di Hollywood, California. La scena mostra una donna vestita di nero con un grosso cappello che nasconde la maggior parte del suo volto e in mano ha quello che ha tutta l’aria di essere un telefono cellulare.

Altrimenti, perchè starebbe parlando da sola?. Ho studiato questo filmato per più di un anno. La mia unica teoria, come quella di molte altre persone, è semplice: si tratta di un viaggiatore del tempo con un telefono cellulare”.

Siamo  giunti al termine di questo lungo articolo dove abbiamo visto ipotesi testimonianze e presunte prove che sicuramente non svelano e risolvono quello che resta ancora un mistero tra realtà e fantasia… di sicuro possiamo “coltivare ancora” un affascinante sogno rappresentato dai viaggi nel tempo… che siano possibili o meno….

***Mistero, Realtà o fantomatiche prove, resta tutto molto ipotetico e non provabile, pertanto anche il presente articolo è puramente una raccolta di materiale reperibile in rete e che non rappresenta in nessun modo nessuna reale testimonianza***

Autore

  • Vedute d'Autore®, è associazione culturale gruppo fotografico di Abbiategrasso. Nato nel 2010 senza scopo di lucro, ha tra i suoi obiettivi principali, la passione per la fotografia e la condivisione degli eventi e le attività attraverso i moderni strumenti di social networking online (blog, facebook, ecc) e più tradizionali (sito web).

Vedute d'Autore®, è associazione culturale gruppo fotografico di Abbiategrasso. Nato nel 2010 senza scopo di lucro, ha tra i suoi obiettivi principali, la passione per la fotografia e la condivisione degli eventi e le attività attraverso i moderni strumenti di social networking online (blog, facebook, ecc) e più tradizionali (sito web).